Il Carnevale Storico di Offida.

Abbiamo già parlato di Cos’è il Carnevale e di Cosa fare a Carnevale nelle Marche, e nello specifico nel Piceno. In questo articolo andiamo a vedere più da vicino Il Carnevale Storico di Offida.

Il Carnevale Storico di Offida è molto particolare, a giorni di canti e balli si alternano due giorni di grande suggestione e unicità, il venerdì con “lu Bov Fint” e il martedì con i “Vlurd”, che riportano il paese in un’atmosfera di antiche feste pagane. La tradizione risale, da fonti scritte, al 1500 ma, senza dubbio, le sue origini sono da ricercarsi nei secoli precedenti. 

Quando inizia il Carnevale di Offida?

Ufficialmente il carnevale inizia il 17 gennaio, giorno di Sant’ Antonio Abate, e termina il primo giorno di Quaresima. Ogni 17 gennaio, il paese si anima e comincia la celebrazione della festa, vissuta da tutta la popolazione come: “l’appuntamento invernale” per eccellenza. 

Le congreghe

Si, avete letto bene, le congreghe, gruppi di persone che animano lo spettacolo, iniziano il giro del paese a ritmo di musica, sempre più incalzante in prossimità del clou della festa. Queste hanno un ruolo fondamentale nello svolgimento dell’evento, la sera del giovedì grasso ricevono in consegna, dal sindaco, le chiavi della città e, da quel momento, il paese simbolicamente è nelle loro mani. L’euforia, l’allegria si impossessano così della piccola città. 

Ciascuna congrega ha una sua organizzazione interna, un suo stendardo e una divisa e i loro nomi alludono, più o meno apertamente, ai piaceri della vita identificati da nomi di animali: del Ciorpento (serpente), della Mangusta, delle Rondinelle, dei Tirolesi, della Ptona, degli Orsi, de Lu pà co l’olio, della Ciuvetta(civetta), del Gancio, della Gabbia, dell’Allegra nobiltà e dei Cappucci rossi.

Lu Bov Fint 

Il venerdì grasso è il giorno de “lu Bov Fint” (Bove finto). Si tratta di una caccia al bove, una sorta di corrida, in cui però l’animale non combatte contro un singolo individuo, ma contro tutti. All’inizio dell’ottocento il bove ancora era vero mentre oggi è finto ed è portato da agili uomini che lo conducono per le vie e le piazze del paese. 

A ritmo serrato, il bove è istigato da urla e schiamazzi di centinaia di persone sfrenate vestite con il guazzarò, tunica bianca con bordi rossi, utilizzata dai contadini della zona per i lavori in campagna già dal Medioevo. Gli abili portatori guidano i movimenti dell’animale, ampie giravolte, corse e incornate che esprimono la furia dell’animale. 

Lo spettacolo è avvincente e non senza momenti di panico provocati dall’ebbrezza prodotta dal vino che scorre in abbondanza durante la festa. All’ imbrunire il bove viene simbolicamente ucciso e portato in processione per le vie del paese come trofeo, con il sottofondo musicale di Addio Ninetta Addio

La festa sembra avere le sue origini da quelle in onore di Bacco (Dioniso) svolte per la fertilità dei campi. Infatti, il dio oltre a personificare la vigna e a essere simbolo dell’ebbrezza era rappresentato anche sotto le sembianze di toro. 

Dioniso-toro che fu ucciso e mangiato dai Titani, in seguito resuscitò. In alcune parti del mondo, all’inizio del XX secolo, la festa di Dioniso era ancora celebrata a primavera. Anche il grano è rappresentato sotto forma di toro, bove o vacca. Tutto ciò spiega le molteplici valenze che questo animale racchiude in sé e l’importanza del suo sacrificio volto ad auspicare un buon raccolto. 

In Grecia è attestata, fino ai primi decenni del secolo, la bouphonia (l’uccisione del toro) subito dopo la trebbiatura, per far cessare siccità e carestia e risvegliare, con l’offerta del sangue versato, il grano per il raccolto successivo. Offida conserva quindi, nella festa del Bove Finto, una delle tradizioni più antiche della nostra civiltà.

I Vlurd 

Il martedì grasso si svolge, a conclusione del carnevale storico di Offida, un’altra festa di particolare suggestione i “Vlurd“. Dopo giorni di danze, canti e scorpacciate, all’imbrunire dalle campagne, si portano nel borgo centinaia di vlurd, fascine di canne e paglia lunghe più di 2 metri. 

Una volta accese le fascine, si dà il via a una lunga processione per le vie del paese, celebrando in questo modo la festa del fuoco e la fine del Carnevale. 

Queste fascine si accatastano nella piazza principale a formare un grosso falò attorno al quale continua la festa con balli, girotondi e salti sui carboni ardenti, quando il fuoco ha abbassato le sue fiamme. Anche questa festa mostra chiaramente le sue antiche origini. 

Il fuoco infatti, fin dalle più remote età, è sempre stato considerato un elemento di purificazione, ciò che può distruggere tutte le influenze negative della vita dell’uomo e del suo ambiente. Spesso è stato associato anche al sole e considerato un elemento rigeneratore e promotore della crescita dei raccolti. 

Le feste del fuoco sono attestate in tutta Europa da tempi immemorabili, esse avevano luogo in diversi momenti dell’anno. Si tratta di falò e processioni, che alcune volte si svolgevano intorno ai campi o alle stalle. Tutte queste feste hanno alla base lo stesso scopo: propiziare la fertilità dei campi e il benessere dell’uomo e delle bestie. 

Il Carnevale storico di Offida oggi è vissuto solo come momento di sfrenata baldoria, ma cela riti dell’antica tradizione contadina che nei secoli si è prodigata all’addomesticamento della terra e degli animali, e ha lottato, sofferto e cercato conforto e protezione nel soprannaturale.

Il perdurare ancora oggi di substrati tradizionali così remoti rendono questo momento ancora più straordinario.